C'era una volta, là
dalle parti di Chissà
il paese dei bugiardi.
In questo paese
nessuno diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.
Quando spuntava il sole
c'era subito uno pronto a dire:
"Oh! Che bel tramonto!"
E di sera
sela luna faceva
più chiaro di un faro
si lagnava la gente:
"Ohibò, che notte bruna!"
"Non ci si vede niente!"
Se ridevi
ti compativano:
"Poveraccio!"
"Peccato!"
"Ma che gli sarà mai
capitato di male"
E se piangevi:
"Che tipo originale,
sempre allegro
sempre in festa!"
"Deve avere i milioni alla testa!"
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso
non era permesso
e poi
tanto ci erano abituati
che si capivano lo stesso.
Ma un bel giorno
in quel paese
capitò un povero ometto
che il Codice dei Bugiardi
non lo aveva mai letto
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando "giorno" il giorno
e "pera" la pera
e non diceva parola che non fosse vera.
Dall'oggi al domani
lo fecero pigliare
dall'acchiappacani
e chiudere in manicomio.
"E' matto da legare!
Dice sempre la verità!"
"Ma no! Ma via..."
"Ma va!"
"Parola d'onore!
E' un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello!"
La strana malattia
fu descritta in 33 puntate
sulla "Gazzetta della Bugia".
Infine,
per contentare la curiosità popolare
l'uomo che diceva la verità
fu esposto, a pagamento,
nel giardino zoo-illogico
(anche quel nome
l'avevano rovesciato)
in una gabbia di cemento armato.
Figurarsi la ressa!
Ma questo non interessa,
cosa ancor più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva!
E piano piano
in tutta la città
si diffuse il bacillo della verità.
Dottori, poliziotti, autorità,
tentarono il possibile
per frenare l'epidemia.
Macché, niente da fare:
dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane,
vino al vino,
bianco al bianco
e nero al nero.
Liberò il prigioniero
e lo elesse presidente.
E chi non mi crede...
...Non ha capito niente.
Gianni Rodari
Filastrocche in cielo e in terra
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1 commento:
..ih ke nostalgia..leggendo il paesi dei bugiardi..ti vedo col nasone..nn il tuo..visto il mio..ma quello di scena..ohy ma quando ti fai sentire..ciao bambola!!!
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